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Parola agli esperti e ricercatori

Marco Ternelli: perché c’è carenza di cannabis terapeutica?

carenza cannabis terapeutica

Il Dottor Marco Ternelli è uno dei principali esperti di cannabis terapeutica in Italia. Lo abbiamo intervistato per capire che situazione si viva dietro il bancone di una farmacia per quel che riguarda la carenza di cannabis terapeutica.

 

Partendo dalla carenza di cannabis terapeutica prodotta in Italia, nel 2020 avete avuto difficoltà a riceverla?

Il primo semestre del 2020 è stato tutto bloccato per via del Covid. L’ultima consegna della varietà di cannabis Fm2 rimonta a novembre 2020. Per quello che ne so, l’altra varietà, la cannabis Fm1, non è stata distribuita per tutto il 2020. Bisogna considerare che da Novembre 2020 a Giugno 2021 non è arrivato in farmacia un grammo di cannabis prodotta in Italia.

Secondo i suoi calcoli quanta cannabis è stata prodotta durante il 2020 presso lo Stabilimento militare di Firenze?

Riferendosi ai dati del Ministero della Salute il totale di cannabis venduta e distribuita dallo Stabilimento militare nel 2020 è stato 242.600 grammi. Di questa cifra 200 chili sono le varietà canadesi di Aurora-Pedanios. Con questi dati alla mano si può desumere plausibilmente che i militari abbiano prodotto al massimo 50 chili di cannabis durante il 2020.

E per quanto riguarda la cannabis importata dall’Olanda?

Un disastro. Nel 2020 è stato utilizzato il massimale di 750 chili previsto dal Ministero della Salute. L’ultima importazione del 2020 è arrivata ai primi di dicembre, però la carenza di cannabis si è cominciata a sentire a settembre, mese nel quale i fornitori hanno cominciato a ricevere molto meno cannabis di quella richiesta e questo perché l’Olanda aveva suddiviso i quantitativi in maniera d’avere sempre qualcosa da lasciare all’Italia, mano a mano che ci avvicinavamo alla fine dell’anno.

Cioè l’Olanda ha razionato la cannabis da distribuire in Italia perché la quota richiesta dal Ministero della Salute non era sufficiente?

Esattamente. Di fatto, sentendo i fornitori, l’inizio del razionamento è stato a settembre 2020. Le importazioni sono però continuate sino alla fine di novembre, primi di dicembre per un fornitore singolo. Gli altri hanno pagato la fornitura a novembre ed hanno ricevuto la cannabis a febbraio 2021.

Durante il 2020 la carenza di cannabis terapeutica ha colpito tutte le varietà olandesi?

Si, nel senso che come al solito la preponderanza di richiesta è per il Bedrocan [THC 22% – CBD <1.0%] , seguito dal Bediol [THC 6.3% – CBD 8%], Bedrolite [THC <1.0% – CBD 9%] e Bedica [THC 14% – CBD <1.0%]. Il razionamento ha riguardato tutte queste genetiche. Poi c’è da aggiungere che, su scala nazionale, un conto è razionare il Bedrocan su un quantitativo di, diciamo, 100 chili, un conto e razionare un Bedica su un quantitativo di 5 chili. Alla faccia della coperta corta.

E per il 2021?

Nonostante per il 2021 la quantità di cannabis richiesta all’Olanda fosse di una tonnellata, fino ad oggi ci sono state solo due importazioni: quella di febbraio e quella di aprile. Ad oggi abbiamo avuto due importazioni e, a giugno, stiamo aspettando la terza importazione. Questo da l’idea di come siamo messi. L’Olanda, tra l’altro, ci aveva garantito solo 900 chili della tonnellata richiesta.

Quanto è stato importato con queste due prime e ad ora uniche importazioni?

Mi sembra di ricordare che il quantitativo richiesto a febbraio fosse di 20 chili per 5 fornitori, quindi, 100 chili. Con la prima importazione, a febbraio, sembrava tutto normale, è arrivata parecchia cannabis che però andava a coprire, ricordiamolo, i due mesi di assenza che si protraevano dal novembre precedente. Quindi si aspettava l’importazione di marzo per riallineare le cose. A marzo 2021 però la cannabis non è arrivata e ad aprile sono arrivati quantitativi decurtati da un terzo alla metà rispetto a quanto richiesto. L’importazione che avrebbe dovuto arrivare a maggio non è arrivata e dovrà arrivare a giugno, speriamo entro fine mese. E’ già stata data comunicazione, però, che essendoci dei problemi di produzione a livello di confezionamento da parte degli olandesi, ci saranno dei cambiamenti. Ad esempio non arriveranno più i lotti da 400 grammi, nei sacchi grossi, ed il problema è che non verranno nemmeno compensati con flaconi ridotti. Quelli che non arrivano e non vengono compensati, sono chili persi. Oltre a questo tutte le varietà, ad eccezione del Bedrocan, verranno decurtate del 60% e oltre. [ Ndr. Dei fornitori contattati Galeno ha dichiarato di aver ricevuto 3 importazioni, l’ultima il 18 giugno, per un totale di 44 kg. Acef ha comunicato di aver ricevuto quantità di poco superiori a quelle dell’anno scorso e nel 2020 di aver ricevuto a giugno 35-40 kg. FL Group ha riportato di avere ricevuto a giugno con 4 importazioni 54,2 kg. Farmalabor, La Galenica e Fagron non hanno rilasciato dichiarazioni sulle proprie importazioni]

Ma in queste condizioni com’è possibile pensare di garantire la doverosa continuità terapeutica a chi si cura con la cannabis?

Il discorso della carenza di cannabis terapeutica è quello della pallina di neve che rotola dalla montagna e diventa sempre più grossa. Il problema nasce da una serie di fattori che si mettono insieme: il primo è che le quantità di cannabis in arrivo sono molto basse rispetto all’effettivo fabbisogno. In aggiunta, quest’anno, tale problema si è aggravato con la carenza ereditata da novembre 2020 e dal fatto che, con la seconda importazione, abbiamo avuto il problema con il Bediol. Così, anche secondo le indicazioni ufficiali del 2017 degli stessi produttori olandesi, per fare il Bediol ai medici viene fatto prescrivere Bedrocan e Bedrolite, che se mescolati insieme, permettono di ottenere un simil Bediol. Allo stesso tempo però, così facendo, si depauperano più velocemente le scorte di Bedrocan e di Bedrolite.

Alla luce di quanto detto, qual è la sua valutazione complessiva sul progetto di produzione di cannabis italiana da un lato e sulla pertinenza della quote di cannabis che importiamo dall’estero?

Nel 2021, sapendo che erano tutte cose ampiamente prevedibili, la valutazione non può che essere impietosa. Se, a suo tempo, si fosse voluto fare qualcosa si sarebbe potuto e la cosa più semplice sarebbe stata di dire che se l’Olanda ha un limite o comunque i suoi quantitativi sono sempre al limite, abbiamo anche un altro paese fornitore, il Canada, che ha già vinto un bando. Bastava fare un altro bando non per 100-200-300 chili, ma direttamente per una tonnellata.

In Canada la cannabis certamente non manca e ne avrebbero d’avanzo per l’esportazione..

Nel 2017 i canadesi dichiaravano una capacità produttiva di 112 tonnellate all’anno e noi ne abbiamo chiesti 100 chili al primo bando e 400 chili al secondo. Il problema è che non si è voluto fare nulla. Il 2021 è perso perché ormai non c’è modo per risollevare questa stagione. Anche se adesso si mettesse in moto quest’ultima soluzione per chiedere una tonnellata al Canada, a livello di tempi burocratici, non si riuscirebbe ad avere la cannabis nemmeno entro fine anno. E questa è la soluzione più semplice. Se invece, come da rumors, si volesse estendere la licenza di produzione di cannabis terapeutica a terzi io stimo quasi due anni prima che possa diventare realtà. Questo perché in caso di nuove licenze l’AIFA deve entrare in campo, devono essere registrate le serre di queste aziende, devono avere tutte le autorizzazioni, devono diventare officine GACP, quindi ispezionate dall’AIFA. Quindi servirebbe un anno abbondante. Al momento per come è strutturato il nostro sistema distributivo non esiste una soluzione immediata. Adesso stiamo andando verso l’estate e storicamente, un po’ per le ferie dei fornitori, un po’ per rallentamento estivo, il mese di agosto salta completamente. Quindi può essere che dopo giugno la prossima fornitura sia direttamente a settembre.

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