compare cannabis terapeutica

Cosa dice la legge? Come comprare cannabis terapeutica

Art. 32 della Costituzione italiana: La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.

La regolamentazione nazionale dei preparati a base di Cannabis è definita dal D.M. 9 Novembre 2015.

Ecco le opzioni esistenti per comprare cannabis terapeutica in Italia:

Comprare cannabis terapeutica a pagamento

  • Rivolgersi a un qualsiasi Medico iscritto all’Ordine dei Medici. Qualsiasi vuol dire: medico di base, specialista, ospedaliero, pediatra, ecc.;
  • Farsi rilasciare una ricetta bianca (su ricettario privato del medico);
  • Recarsi in una farmacia galenica che prepari cannabis;
  • Comprare la cannabis terapeutica, pagandola di tasca propria.

La ricetta è non ripetibile, è valida 30 giorni escluso quello di emissione e non ha limiti di durata terapia, ergo può contenere un qualsiasi fabbisogno (1 mese, 3 mesi, 6 mesi ecc.).

La ricetta è valida su tutto il territorio nazionale, quindi in tutte le regioni e in qualsiasi farmacia d’Italia.

La ricetta viene redatta in maniera anonima, secondo i dettami degli artt. 4 e 5 della Legge 94/98 (“Legge Di Bella”), viene riportato un codice numerico o alfanumerico di fantasia al posto del nome e cognome del paziente e l’indicazione delle particolari esigenze che giustificano il ricorso alla preparazione galenica di cannabis.

In base alla Legge 94/98, il medico può redigere la prescrizione per qualsiasi indicazione terapeutica della quale esista letteratura scientifica accreditata su riviste scientifiche internazionali.

Cannabis terapeutica rimborsata dal Sistema Sanitario Nazionale

Con la legge n. 172 del 4 dicembre 2017 è stato previsto che la cannabis sia rimborsata a livello del SSN (Sistema Sanitario Nazionale).

La cannabis sarà mutuabile in (teoricamente) tutte le Regioni solo per le seguenti patologie:

  • Terapia del dolore (potenzialmente qualsiasi tipo)
  • Dolore e spasmi da sclerosi multipla,
  • Cachessia (in anoressia, HIV, chemioterapia),
  • Vomito e inappetenza da chemioterapici
  • Glaucoma
  • Sindrome di Tourette

Teoricamente perché ogni Regione è autonoma in ambito sanitario, quindi ci sono diverse Regioni in cui la cannabis non è ancora mutuabile oppure è mutuabile solo per alcune patologie e non altre. 

Richiedere cannabis terapeutica importata dall’estero tramite farmacia ospedaliera

Normativa di riferimento:

  • Decreto dell’11 febbraio 1997 firmato dall’allora Ministro della Salute Rosy Bindi: Modalità di importazione di specialità medicinali registrate all’estero, che permette di importare i farmaci non distribuiti nel circuito sanitario italiano.
  • Decreto Ministeriale n. 98 del 28 aprile 2007: Aggiornamento e completamento delle tabelle contenenti l’indicazione delle sostanze stupefacenti e psicotrope e relative composizioni medicinali, di cui al decreto del Presidente della Repubblica del 9 ottobre 1990, n. 309 e successive modificazioni e integrazioni, recante il testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope e di prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza. In questo decreto sono stati inseriti i principi attivi della canapa e i suoi omologhi sintetici. Questo decreto ha normalizzato la vendita della canapa in farmacia e ha riconosciuto, per la prima volta istituzionalmente, le sue proprietà terapeutiche.

L’importazione ospedaliera rimane per:

1. pazienti in regioni in cui la distribuzione non è affidata alle farmacie
2. pazienti che necessitano di grandi quantitativi di infiorescenza, in Regioni con Piano Terapeutico
3. il paziente la paga di tasca propria per risparmiare e si fa consegnare i fiori tal quali.

Nel concreto, se pensate che la cannabis possa contribuire a rendere la vostra vita meno sofferente, o possa aiutarvi a rendere la terapia assunta per curare la vostra patologia meno invalidante, ecco quali saranno i passi da seguire per comprare cannabis terapeutica tramite la farmacia ospedaliera:

  • Parlarne con i propri medici. Il THC è ufficialmente in Tabella dei medicinali sezione B, quella delle benzo-diazepine, cioè sostanze di riconosciuto valore terapeutico.
  • Ottenere dal medico curante “di famiglia” (mmg) o dallo specialista ospedaliero la “prescrizione” (in realtà è una “richiesta di importazione di medicinale in commercio all’estero”, ai sensi del D.M. 11/2/97), sul modulo appositamente predisposto dal Ministero della Salute, di uno dei farmaci a base di cannabinoidi, in quantità necessaria al massimo per 3 mesi di cura.
  • Nel caso la richiesta sia firmata dal mmg, consegnare il modulo alla Farmacia Territoriale della ASL di riferimento, che a sua volta richiederà l’autorizzazione all’importazione del medicinale al Ministero della Salute.
  • Ottenuta l’autorizzazione del Ministero (dopo più o meno una settimana), la ASL stessa importerà il medicinale e arrivato, avviserà il medico o il paziente. Complessivamente, dai 20 giorni ai 2 mesi circa e anche di più, se per quella farmacia è la prima volta e non sono pratici. La maggior parte delle Farmacie Territoriali ASL, ma non tutte, chiedono al paziente di pagare il costo del farmaco e delle procedure di importazione. Sono autorizzate a farlo dal D.M. 11/2/97 e dalle circolari del Ministero. Si pagano solo le spese senza il ricarico commerciale delle farmacie “normali”.
  • Se è lo specialista a compilare la richiesta, in teoria basterebbe che lo stesso la consegni alla farmacia dell’ospedale di riferimento e si dovrebbe ottenere il farmaco gratis tramite il day hospital, come prevede la legge.

Varietà di cannabis presenti sul mercato italiano

Varietà cannabis olandesi

Bedrocan: cannabis di tipo Sativa. Il suo livello di THC è standardizzato al 22%, con un livello di CBD inferiore all’1%. Tra quelle offerte dal ministero olandese è la cannabis più diffusa ed è stata utilizzata maggiormente nella ricerca rispetto ad altre varietà. Riduce i sintomi del cancro come la perdita di peso, il vomito e il dolore cronico.

Bediol: cannabis di tipo Sativa. Presenta un livello di THC medio-basso, standardizzato al 6,5% e un livello medio di Cannabidiolo non psicoattivo (CBD), standardizzato all’8%. Il Bediol è disponibile in formato granulare. È una varietà consigliata per i pazienti che cominciano il trattamento a base di cannabis e sono timorosi dei possibili effetti collaterali, come l’euforia.

Bedrobinol: cannabis di tipo Sativa. Il suo livello di THC può essere considerato medio-forte, standardizzato al 13,5%, con un livello di CBD inferiore all’1%. Alternativa al Bedrocan.

Bedica: cannabis della varietà Indica. Contiene una quantità media di THC, attorno al 14%, con meno dell’1% di CBD. Nel Bedica si trova una quantità elevata di mircene noto per avere un effetto calmante. Disponibile in formato granulare. Consigliata per la sclerosi multipla.

Bedrolite: varietà non psicoattiva ora disponibile per uso medico e di ricerca. Contiene circa il 9% di CBD e lo 0,4% di THC. Consigliato per epilessia e problemi mentali.

Varietà cannabis canadesi

Queste varietà sono identificate esclusivamente dal rapporto THC/CBD presente nelle infiorescenze

Pedanios 22/1, [THC 22:CBD 1]
Pedanios 8/8 [THC 8: CBD 8 ]
Aurora 1/12 [THC 1: CBD 12]

Varietà cannabis italiane

FM1 [THC 13,5% : CBD ˂1]

FM2 [THC 5% – 8% e CBD 7.5% – 12%]