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TestimonianzeTetraplegia

Simone Stara: cannabis e libertà di cura

cannabis libertà di cura

Simone è un ragazzo piemontese di 43 anni. Nel 1994, per colpa di un incidente, rimane tetraplegico. La sua relazione con la canapa terapeutica data lunghi anni, durante i quali, si è sempre battuto per la cannabis e la libertà di cura.

L’incidente e le terapie ufficiali

Correva l’anno 1994 e in una “maledetta domenica”, a causa di un tuffo da uno scivolo di un parco acquatico, rimasi tetraplegico.

Dopo la diagnosi e la terapia intensiva, venni trasferito in un centro riabilitativo, dove, più che essere riabilitato con la fisioterapia e un progetto mirato per il mio reinserimento sociale, mi veniva imposta la terapia medicinale con Lioresal, Dantrium, Calciparina (l’ho presa per un anno circa e poi basta) e Gutron.

La terapia serviva per le complicazioni respiratorie, per la mia patologia invalidante e per stabilizzare il quadro clinico. Trascorsero gli anni e l’assuefazione ai farmaci era ormai conclamata, i primi sintomi di gastrite non tardarono molto ad arrivare: già durante il ricovero, nella fase acuta, dopo il trasferimento dalla rianimazione al reparto ebbi un’ulcera causata soprattutto dallo stress per i troppi farmaci assunti.

Le mie contrazioni muscolari, il mio asma allergico e qualche dolore neurologico alle gambe, alla schiena e all’addome mi tenevano compagnia.

I farmaci assunti in questi 23 anni di onorata carrozza sono: Lioresal 25 mg e Dantrium 20 mg, che diversi anni fa e stato tolto dal mercato perché dichiarato tossico, per 3 volte al di, per la spasticita muscolare; Bentelan, Ventolin e Clenil al bisogno per le crisi asmatiche; Co-Efferalgan e l’antibiotico Augmentin al bisogno per le cure odontoiatriche; Feldene/Piroxicam al bisogno contro i dolori muscolari e l’artrosi e lo Zantac contro la gastrite.

Questi medicinali utilizzati sempre o con maggiore frequenza hanno avuto molteplici effetti collaterali: dai problemi gastro-intestinali a quelli dentari, con conseguente perdita di peso.

Nel 2011 mi e stato diagnosticato il colon irritabile e da li, tra mille visite e coliche addominali che non si attenuavano neanche con i medicinali tradizionali (Debridat, Venoruton, Obimal e vari fermenti lattici) ho iniziato un calvario.

A complicare il tutto, la mancanza di appetito con conseguente calo del peso e la perdita di ben 10 kg. Questione altrettanto preoccupante, l’esposizione dei punti d’appoggio, terreno fertile per arrossamenti e successiva ulcera che non tardò ad arrivare.

Il rapporto con la cannabis e la scoperta delle potenzialità terapeutiche

cannabis libertà di curaDall’adolescenza fino a circa 23 anni, facevo già uso di cannabis a scopo puramente ricreativo, ma allora non mi rendevo conto con precisione dei suoi molteplici effetti benefici e cosi smisi di fumare per oltre 10 anni

La decisione di ricominciare a fumare canapa e (ri)nata dopo aver visto un documentario su un canale satellitare che parlava proprio dell’uso della marijuana a scopo terapeutico. Dopo la diagnosi del colon irritabile ho ripreso a fare uso di cannabis e seppur non abbia ancora definitivamente risolto il problema del colon, posso affermare che le mie contrazioni e i miei dolori neurologici sono quasi scomparsi, mi e tornato l’appetito e le coliche addominali sono molto più controllabili e, a differenza di prima, mi permettono di vivere.

Il problema maggiore e quello di riuscire ad avere sempre la marijuana: non amo alimentare il mercato nero, lo trovo non etico per il mio modo onesto di vivere e, proprio per questo, ho deciso di coltivarmela. La scelta fondamentalmente nasce dal bisogno di avere sempre a disposizione un prodotto di qualità, sapendo esattamente cosa gli viene somministrato come fertilizzante.

Cannabis e libertà di cura: il diritto all’auto produzione di cannabis

Sono consapevole di commettere un reato, ma sono altrettanto consapevole che, da quando utilizzo la marijuana a uso terapeutico, la qualità della mia vita sotto l’aspetto psico-fisico e notevolmente migliorata. Si tratta di cannabis e libertà di cura, quindi, se il rischio che devo correre è alto, sono pronto ad affrontarlo, reo solo di volermi curare, perché come dice l’art. 32 della Costituzione Italiana:

«La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana».

Detto questo, spero che certe barriere mentali vengano finalmente abbattute per dare spazio all’applicazione di quest’articolo tanto bello, ma continuamente violato. Per anni sono stato senza alcuna prescrizione e se volevo utilizzare la cannabis mi dovevo rivolgere al mercato nero. Io che prediligo l’autoproduzione ho trovato due genetiche appropriate al mio caso: l’ Mk Ultra  di TH seeds e la Critical Kush  di Dinafem.

A livello neurologico la Critical ha effetti ottimi, come sui disturbi di ipersensibilità dei mielo-lesi, mentre l’Mk e un antidolorifico eccellente, praticamente se faccio uso costante di cannabis mi si annulla il dolore.

Se invece interrompo e un delirio, per esempio quando venni ricoverato per 4 giorni in ospedale in reparto rianimazione era un problema: le contrazioni muscolari e i disturbi di ipersensibilità emersero immediatamente, in pratica e come se avessi delle scosse perenni, invece quando fumo almeno sono gestibili.

Nel mio caso se associo il mare alla cannabis il gioco e fatto, sto da dio.

Voglio anche testimoniare che nonostante dei ricoveri ospedalieri in un’unità spinale e sapendo che io usavo cannabis per curare le mie patologie, nessuno mi ha mai proposto la prescrizione medica come avrebbero dovuto fare.

Come sappiamo, il mercato nero garantisce solo bassa qualità che a me non serve di certo e per questo la ricetta di un medico è fondamentale per entrare nella legalità.

Sicuramente dopo l’intervento di chirurgia del settembre 2014 (causato da una borsite ischiatica trascurata dal day hospital dello stesso ospedale) sono comparsi dolori di ipersensibilità alla cicatrice che mi accompagnano 24 ore su 24 e che riesco a controllare solo se uso cannabis, altrimenti diventano ingestibili. Tra omeopatia e cannabis riesco a tamponare molto bene e sto reintroducendo anche alcuni alimenti ai quali ero intollerante.

In definitiva senza canapa, sarei costretto a prendere psicofarmaci come terapia per il dolore, ma mi rifiuto categoricamente. Le contrazioni muscolari non mi danno più problemi da quando la uso.

Dal 2018 Simone è diventato il Presidente dell’Associazione Seminiamo Principi, il cui scopo è quello di: “promuovere la cultura e la diffusione di informazioni riguardo la Canapa, produrre, sperimentare e ricercare su e con la canapa ed i suoi prodotti terzi di pari passo alla normativa vigente in Italia.”

Associazione Seminiamo Principi

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