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Epatite CHIVTestimonianzeTrattamento oncologico

Luciano Rossi.

Luciano Rossi aveva 54 anni e viveva in Olanda dove utilizzava la cannabis contro il tumore. Luciano è mancato in Olanda nella primavera del 2018 nelle sue parole la voglia di condividere un percorso di lotta per la cura.

Mi chiamo Luciano Rossi ho 54 anni e sono di Trento, sono HIV positivo dal 1997.

Sono un ex tossicodipendente e mi son bucato, compresi i tentativi di smettere in varie comunità, per 17 anni.

Le prime esperienze con la cannabis

Ho conosciuto l’hashish a 15 anni ma, oggi come oggi, riconosco come medicinali solo i fiori di canapa e non l’hashish, espediente “commerciale” del mercato nero.

L’ultima volta che ho provato a smettere con l’eroina, nel 1996, scoraggiato e senza troppa fiducia, sono entrato in una comunità sapendo che non sarebbe servito a nulla e infatti, dopo un mese rinunciai ed uscii. In quel periodo, viste le varie conoscenze che avevo, presi il mio primo mezzo chilo di marijuana: proveniva dalla Nigeria e la qualità era molto alta.

Notai subito la differenza fra l’utilizzare la pianta in se stessa rispetto al derivato chiamato hashish. Nonostante i momenti di difficoltà nella mia vita fossero molti (avevo smesso di bucarmi da 3 mesi) l’effetto antidepressivo si fece notare presto ed in modo prepotente, la canapa mi aiutò a smettere di abusare dell’eroina.

Quando mi sembrava di cedere alle mie voglie, correvo a fumarmi una canna di quella marijuana eccellente. Era come darmi tranquillità nei momenti in cui mi sentivo debole, sorridendo, mi sentivo fiero di non esser ricaduto nel solito meccanismo ed in più, il fatto che fumassi, non andava ad intralciare la normalità della mia vita.

Avere costantemente da fumare mi sarebbe costato troppo e non potevo permettermelo e così, per colpa e grazie all’incoscienza avuta in eredità dalla vita da tossico, mi son messo nel giro dello spaccio, ricordando con orgoglio l’aiuto che questa sostanza mi aveva fatto avvertire nello stare lontano da Signora Eroina. Sbagliavo.

I problemi con la giustizia e la scoperta delle potenzialità mediche

In Italia venni arrestato due volte. Una volta con 350 grammi di hashish e un altra volta con 1 chilo. Complessivamente ho ricevuto 4 anni di condanne. L’ultima volta con 1 chilo mi hanno arrestato e mi hanno messo, dopo due giorni, ai domiciliari. Durante i sei mesi di arresti domiciliari, proprio nei momenti neri che si vivono chiusi in un monolocale, usavo fumare prodotti di qualità superiore e funzionava. Come antidepressivo era allucinante, era la prima volta che non ero dipendente, in preda all’eroina e quindi mi rendevo conto lucidamente del suo effetto rilassante in una situazione comunque difficile. Fino a quel momento il mio rapporto con la canapa era senza una propria coscienza medica, ma da quel momento in poi ho iniziato a valutare sul serio le capacità terapeutiche di questa sostanza.

La vita in Olanda ed il cancro: la cannabis contro il tumore

Nel 2001, con tutto il mio passato, HIV positivo, epatite C, sono venuto in Olanda.

Nel 2005 ho avuto un cancro alla tonsilla sinistra e mi hanno sottoposto alla radioterapia per 45 giorni di seguito, una volta al giorno per venti minuti. Il venerdì la seduta era doppia.

Durante questo periodo l’avvertenza era che non avrei dovuto assolutamente fumare sigarette. Le radiazioni avevano trasformato la mia bocca in un forno crematorio: ogni volta che provavo a mangiare si formavano delle vesciche dolorose e ciò significava patire dolore per ore intere. Per i dolori mi diedero degli oppiacei, come il Contramal, ma dopo 3 giorni che lo prendevo cominciavo ad avere crisi di astinenza, e quindi, considerato anche il mio passato, lo interruppi immediatamente.

Al contrario cominciai subito con la canapa che utilizzo regolarmente ancora oggi: la sostanza è molto versatile, adotto il vaporizzatore quando il dolore è neuropatico, oppure assumevo 1 grammo di olio al giorno che, con la sua funzione medicamentosa antidolorifica e energizzante, mi faceva mangiare e dormire. Ristabiliva il mio equilibrio.

I pazienti possono ridurre l’assunzione di oppiacei con un giusto “bilanciamento” di supporto con la canapa ed io ero uno di questi pazienti. Prima di assumere la canapa contro il dolore pian piano smisi di mangiare. Era insopportabile ed istintivamente non avevo appetito.

La cannabis contro l’inappetenza

Quando persi troppi chili, ero arrivato a pesare meno di 54 kg, mentre il mio peso forma sarebbe 63 kg, il radioterapista mi intimava di mangiare ed io, spiegando le difficoltà, proposi di provare a farmi tornare l’appetito con la marijuana. Lui fu d’accordo a patto che la usassi pura, cioè senza una traccia di tabacco. Lo feci e mi fu possibile riconquistare l’appetito.

Mi avevano dato 2 settimane e poi la denutrizione mi avrebbe compromesso fortemente. Dopo quell’esperienza fu chiaro che forse la canapa non era deputata solo al divertimento. Dopo le radiazioni il mio sistema immunitario era fortemente peggiorato e così cominciai a prender pastiglie antivirali per l’HIV: 2 Kaletra  e 1 Truvada  al mattino e la sera altri 2 Kaletra.

La cannabis contro il cancro

Nel 2011, a 6 anni dal primo cancro, per un altro cancro alla lingua sono stato operato e mi hanno asportato metà lingua. Quest’operazione però è stata controversa perché 4 giorni prima di andare in ospedale avevo cominciato ad applicare dell’olio di fiori di canapa preso in farmacia gratuitamente e prodotto dalla  Bedrocan. Lo applicavo una volta al giorno nel buco della lingua causato dal tumore e nel giro di 4 giorni il cancro era retrocesso, si era ritirato.

Per questo motivo non volevo essere operato e avrei voluto proseguire con l’olio, ma al momento del ricovero il chirurgo, trovando una necrosi alla mandibola, non ancora diagnosticata, decise di asportare direttamente mezza lingua, pensando di risolvere il problema.

Avevo già cominciato a curarmi con la canapa e quindi ho rifiutato la radio e la chemioterapia.

In Italia i medici dicono che non ci siano abbastanza informazioni sulla cannabis contro il tumore, ma io credo che il vero problema sia la loro conoscenza della lingua inglese, infatti online ci sono documenti su documenti prodotti dai colleghi americani, israeliani e olandesi.

Il sistema olandese

Qui in Olanda, a differenza del medioevo italiano, dal punto di vista oncologico, per la classe medica l’assunzione terapeutica di canapa è pacifica e infatti prendo il Bedrocan gratuitamente dal 2011.

Il mio dottore scriveva alla mia assicurazione e questa me lo passava. Se non avessi l’assicurazione il dottore dovrebbe prescriverlo e io dovrei pagare 8,43 euro al grammo. Il mio fabbisogno settimanale sono 10 grammi.

Negli ultimi 4 anni ho seguito la magneto-terapia con Bemer3000 e a marzo 2016 ho risolto il problema della necrosi all’osso della mandibola. Purtroppo a fine 2016 mi hanno diagnosticato un altro cancro sempre alla lingua e sempre provocato dalle radiazioni con le quali avevano curato il mio primo tumore alla tonsilla sinistra nel 2005 .

L’operazione che mi hanno prospettato sarà davvero invasiva, mi dovranno rompere la mandibola e sicuramente mi lascerà dei danni. Loro vorrebbero operarmi immediatamente, ma io non ne sono molto convinto e anzi credo che rifiuterò di fare l’intervento ed andrò avanti assumendo olio di cannabis che ho ricominciato a utilizzare abbondantemente. Da circa 10 giorni ne consumo fra 1 grammo ed i 3 grammi al giorno, me lo produco da solo estraendolo in alcol e partendo dalla cannabis che mi fornisce un amico fidato.

Nello stesso tempo mi sto coltivando 5 piante. Spalmo l’olio direttamente nella parte della lingua con il cancro e adesso vedrò che impatto avrà sulla mia salute.

Anche in Olanda fanno un passo indietro

Dall’inizio del 2017 purtroppo qui in Olanda hanno deciso che non passeranno più gratuitamente il Bedrocan, perché dicono che non ci siano abbastanza riscontri medici effettivi per tutte le patologie che vengono rimborsate.

Per me e per quelli come me che l’abbiamo sempre ricevuto e che abbiamo ancora bisogno di cannabis contro il tumore, si sono dati un termine di 6 mesi ed entro il 30 giugno 2017 dovremo trovare un’alternativa con i nostri medici. Francamente, considerando che la Bedrocan ha aperto una filiale in Canada ed esporta cannabis in tutto il mondo compresa Italia, con l’autorizzazione dello Stato olandese, il paradosso mi sembra più che evidente.

 

 

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