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Utilizzare la cannabis contro dolore cronico: la vita di Valentina

Consumare cannabis contro dolore cronico, le parole di Valentina condividono una realtà di profonda angoscia prima dell’arrivo della cannabis

Sono nata a Milano nel 1982 e vivo a Novara da 9 anni. Nel 2007 mi sono laureata in Scienze del servizio sociale. Cinque giorni dopo la laurea ho eseguito un intervento di settoplastica funzionale (non per estetica) e da quel giorno è iniziato il mio calvario: ho avuto subito male, ma i dottori lo hanno molto sottovalutato.

Dopo vari consulti, mi hanno diagnosticato numerose patologie: nevralgia atipica, sindrome di Charlin, nevralgia trigemino e bilaterale, quindi più difficile da distinguere.

Ormai soffro da 5 anni, si tratta di un dolore continuo, trafittivo, pulsante e, a volte, quando mi vengono attacchi forti piango dal male.

Nel 2011, dopo quattro anni mi era collassato il naso (la piramide nasale si era deformata, il setto era ha doppia curvatura) e ho dovuto subire una rinoplastica, che ha colpito maggiormente gli occhi, che da qualche mese mi spurgano in continuazione e mi fanno malissimo.

La terapia del dolore non ha risultati benefici

Mi sono recata da otorini, neurologi, terapia del dolore senza alcun risultato. Ho provato un mucchio di farmaci (tutti quelli che ci sono in commercio): Tegretol che interferiva con la pillola e quindi l’ho sospeso, il Lyrica per 6 mesi, ma ho dovuto smettere perché mi erano gonfiate le gambe e rischiavo una flebite, Rivotril, Laroxyl, Effexor, Cymbalta, Orudis, Oxycontin, Targin, Contramal, Patrol, Coefferalgan, che erano inefficaci e mi rimbambivano.

E poi punture di vitamina B 12, per 8 mesi, en toccature anestetiche, praticamente mi mettevano dei tamponcini imbevuti di anestetico (lidocaina) nel naso e precisamente tra il meato medio e quello inferiore, ma in seguito hanno perso di efficacia.

Poi ho assunto anche Tachipirina 1000 e il Difmetrè che è l’unico che toglie il dolore associato alla Tachipirina 1000.

La scoperta della cannabis contro il dolore cronico

Un giorno il mio moroso, fumatore occasionale di cannabis, mi disse di provare con la cannabis che si usa anche a scopo terapeutico. All’inizio ero scettica, ma poi mi sono documentata, ne ho parlato con mia mamma e abbiamo provato a parlare con dei dottori che non sapevano nulla di questa terapia.

Allora io e mia mamma siamo andate ad Amsterdam, con una traduttrice per il dottore che mi ha prescritto la cannabis, e così l’abbiamo portata in Italia, ovviamente con vari rischi: se ci fermava la polizia coi cani eravamo in serio pericolo.

Col tempo abbiamo cercato altre strade e dopo 4 anni, tramite Facebook ho conosciuto un gruppo fantastico “la cannabis che mi cura” e grazie ad una persona fantastica come Stefano Balbo, ho scoperto che con la ricetta bianca potevo procurarmela in una farmacia galenica di Milano.

Da allora ogni 3 mesi prendo la cannabis spendendo sui 1.300 euro. Con la cannabis il dolore è più sopportabile, è cambiato il mio umore, più positivo e col sorriso, prendo meno farmaci tradizionali, e quasi solo alla sera.

E’ ormai passato un anno e mezzo e quindi la somma spesa ammonta a circa a 10.000 euro, ultimamente però mia mamma ha trovato un caso ad Avezzano, dove il Tribunale ha costretto la A.S.L. ha dispensare il farmaco gratuitamente e quindi la chiederò davanti al giudice. Tramite l’avvocato, che mi segue con il gratuito patrocinio, avvalendomi del art. 700 del codice di procedura civile [NDR provvedimento d’urgenza], ho presentato una pratica per averla gratis e quindi il 24 maggio dovrò andare davanti al giudice di pace che deciderà se farmi avere gratis la cannabis.

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